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Il disturbo ossessivo compulsivo potrebbe avere un correlato neurobiologico nell’infiammazione cerebrale. Lo dimostra uno studio recentemente pubblicato su JAMA Psychiatry.
Il disturbo ossessivo compulsivo è una delle principali cause di disabilità secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato da ossessioni e compulsioni incontrollabili. Gli individui con DOC possono avere pensieri intrusivi che generano ansia e/o necessità di ripetere determinate azioni per ridurre l’angoscia derivante da tali pensieri.
- Le ossessioni sono pensieri o immagini ricorrenti e persistenti che generano un’intensa ansia. La persona, per ridurre l’angoscia derivante da tali ossessioni, cerca di mettere in atto azioni o pensieri che possano neutralizzarli. Le ossessioni comuni ruotano intorno alla pulizia, ai tabù sessuali, ai pensieri aggressivi, di ordine e simmetria
- Le compulsioni sono rappresentate da comportamenti ripetitivi (lavaggio mani, pulire e ordinare) o azioni mentali (pregare, contare). La persona si sente di dover mettere in atto una compulsione in risposta ad un’ossessione, spesso aderendo a rigide regole (ad esempio spegnere e accendere per 10 volte l’interruttore della luce). Le compulsioni sono messe in atto per prevenire o ridurre il disagio o le situazioni temute.
Terapie di elezione (ad oggi)
Dalla letteratura scientifica sappiamo che le terapie più efficaci sono quella cognitivo comportamentale e quella farmacologica (a base di inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina – antidepressivi). Sappiamo anche, però, che una piccola percentuale di pazienti non risponde bene a questi trattamenti.
L’infiammazione nel cervello
L’infiammazione cerebrale è un processo naturale, componente della risposta immunitaria, un modo in cui il cervello si protegge da una lesione. É simile all’infiammazione conseguente alla distorsione di una caviglia. Quando il livello di infiammazione è sproporzionato o continuativo nel tempo possono esserci conseguenze negative.
C’è una crescente evidenza che suggerisce come alcune condizioni psichiatriche possono accompagnarsi alla neuroinfiammazione. In particolare parliamo di: disturbo depressivo maggiore, schizofrenia e disturbo bipolare.
In un recente studio il dottor Meyer e il suo team hanno indagato se l’infiammazione nel cervello potesse avere un ruolo nello sviluppo del DOC. A tal fine hanno reclutato 40 partecipanti, di cui 20 con DOC. Ciascun partecipante è stato sottoposto a Tomografia ad emissione di positroni (PET) per misurare l’infiammazione del cervello.
I ricercatori sono stati in grado di misurare l’attivazione delle microglia, cellule che costituiscono la difesa immunitaria più importante del sistema nervoso. Queste hanno un ruolo chiave nella risposta infiammatoria del cervello. In particolare, hanno misurato i livelli di attivazione delle microglia in sei regioni del cervello notoriamente importanti nel DOC, tra cui la corteccia orbitofrontale e la corteccia cingolata anteriore.
Risultati
I risultati hanno mostrato che nelle regioni cerebrali associate al DOC, gli individui con questa patologia presentavano il 32% in più di infiammazione rispetto ai partecipanti sani.
Ma è stata osservata anche un’altra cosa interessante. Gli individui che hanno sperimentato livelli di stress più elevato nell’inibire le compulsioni, hanno mostrato i più alti livelli di infiammazione nella corteccia orbitofrontale.
“Questa rappresenta una delle più grandi scoperte per la comprensione della biologia del DOC. Può condurre allo sviluppo di nuovi trattamenti” afferma Mayer
Dall’infiammazione al trattamento
Le implicazioni terapeutiche di tale scoperta sono indiscutibilmente interessanti. Ad oggi, infatti, una discreta percentuale di pazienti con DOC non risponde adeguatamente alle terapie disponibili.
I farmaci sviluppati per prevenire l’infiammazione del cervello in altri disturbi potrebbero essere utili nel trattamento del DOC. Occorrono nuove ricerche per individuare i fattori che contribuiscono all’infiammazione e trovare un modo per ridurne gli effetti nocivi.
Non è ancora completamente chiaro come l’infiammazione inizi, perchè si mantenga e come contribuisca al DOC. Questo studio compie però un importante passo avanti nella comprensione e nel trattamento del disturbo.