HomePersonaMenteEffetti psicologici della quarantena. Durano per anni ma si possono prevenire

Effetti psicologici della quarantena. Durano per anni ma si possono prevenire

cartello quarantena

La quarantena serve a proteggere dalla diffusione di minacce per la salute, come l’attuale Coronavirus. Un’analisi della letteratura rileva che gli effetti psicologi della quarantena possono perdurare anche molto tempo dopo

Premessa: la quarantena è l’opzione più sicura per prevenire la diffusione delle malattie. Quando imposta, va osservata. Per controllare l’epidemia di COVID-19, molti Paesi l’hanno infatti adottata, chiedendo alle persone di isolarsi a casa o in strutture specifiche.

La quarantena però va imposta solo se vi sono sufficienti prove scientifiche che la rendano necessaria, come nel caso del Covid19. Non c’è da sorprendersi, infatti, che la quarantena produca effetti psicologici negativi. E’ quanto dimostra un’analisi della letteratura dei ricercatori del King’s College, i quali forniscono anche dei suggerimenti per ridurre il disagio mentale e scongiurare che le ripercussioni perdurino nel tempo.

Effetti psicologi della quarantena

La quarantena produce una vasta gamma di effetti psicologici indesiderati come:

  • ansia generalizzata
  • insonnia
  • stress post-traumatico
  • depressione
  • sentimenti di rabbia e paura
  • abuso di sostanze

Un recente studio ha preso in analisi la letteratura sull’impatto psicologico di focolai di malattie come la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS), l’ebola, l’influenza H1N1, la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e l’influenza equina.

I ricercatori hanno analizzato 24 studi scientifici condotti in 10 Paesi, rilevando che alcuni effetti psicologici della quarantena, in particolare i sintomi dello stress post-traumatico, perdurano anche dopo. Non sono immuni da questo disturbo gli operatori sanitari.

Cosa fa ammalare la nostra mente quando siamo in quarantena

La ricerca ha studiato i fattori che hanno un impatto psicologico negativo. Al primo posto, comprensibilmente, c’è la durata della misura di sicurezza: le quarantene più lunghe sono associate a una peggiore salute mentale.

Altri fattori che non aiutano sono la mancanza di risorse e beni come cibo, acqua e vestiti, la mancanza di informazioni da parte delle autorità sanitarie pubbliche, la mancanza di direttive sulle azioni da intraprendere. Non sono da sottovalutare infine le perdite economiche dovute all’impossibilità di lavorare e lo stigma attorno alla malattia di cui si è portatori o potenziali portatori.

“Entrare in quarantena è un’esperienza isolante e angosciante. Sebbene ritrovato in un piccolo numero di studi, il fatto che gli effetti psicologici della quarantena possano perdurare per mesi o anni è quello che più deve preoccuparci e condurci a mettere in atto azioni per minimizzare l’impatto psicologico dell’isolamento. La ricerca suggerisce che gli operatori sanitari meritano un’attenzione speciale da parte dei loro dirigenti e colleghi. Le persone con problemi di salute mentale pregressi avrebbero bisogno di un supporto extra” Samantha Brooks, Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience (IoPPN), King’s College London

Cosa fare per ridurre gli effetti psicologici negativi della quarantena

Le persone in quarantena sperimentano una forte paura innanzitutto per l’infezione, ma anche per la possibilità di infettare altri, tra cui i loro cari. In questi periodi possono avere la tendenza a interpretare gli eventi in modo catastrofico e la mancanza di informazioni accurate non fa che peggiorare la situazione.

Per questo è importante:

  • garantire accesso alle informazioni più aggiornate e accurate che comunichino in modo chiaro e coerente i motivi della quarantena e qualsiasi modifica del piano di quarantena, in particolare per quanto riguarda la sua durata
  • limitare quanto più possibile la durata della quarantena
  • personalizzare quanto possibile le misure, tenendo conto delle caratteristiche e delle necessità del singolo
  • evitare di prolungare una durata già comunicata, pratica da ritenersi estrema

Quarantena obbligatoria o volontaria, c’è differenza?

Non ci sono studi scientifici che confrontano gli effetti psicologici della quarantena obbligatoria rispetto a quella volontaria, ma sembra che l’altruismo legato alla quarantena volontaria renda più sopportabile lo stress e la frustrazione.

La comunicazione e la trasparenza sono la chiave per indurre le persone a scegliere una quarantena volontaria che, dal momento che viene vissuta come atto altruistico per proteggere altri, è associata a conseguenze meno gravi della quarantena obbligatoria.

Scritto da

Donatella Ruggeri è una psicologa, divulgatrice e progettista digitale, con una passione per il funzionamento del sistema nervoso. Dopo aver approfondito gli studi in neuropsicologia e maturato esperienza sul campo, ha integrato le sue competenze nella ricerca e nella progettazione digitale. Fondatrice di Settimana del Cervello, offre coaching psicologico strategico orientato alla crescita personale, combinando conoscenze scientifiche e approcci innovativi per promuovere il benessere e il cambiamento.