“Il déjà vu è segno che il cervello sta facendo un “controllo” della memoria, per verificare l’archivio e assicurarsi che non nasconda errori. Una specie di ‘antivirus’ neurologico.”. A svelare il mistero dunque pare sia uno studio del team di Akira O’Connor dell’università di St Andrews (Scozia) presentato di recente alla Conferenza internazionale sulla memoria di Budpest. Per capire il meccanismo alla base dei déjà vu, gli scienziati l’hanno riprodotto in laboratorio [stiamo cercando di capire come…!] e hanno sottoposto 21 volontari a fMRI. Fino ad oggi si pensava che il fenomeno in questione fosse non un ricordo ma una percezione alterata.
Non sappiamo ancora se questa interpretazione verrà confutata o confermata… forse non siamo ancora pronti a scoprire il mistero del deja vu che ogni volta ci sorprende.
