Guardare un film horror può lasciare la paura viva per anni, e forse lo hai sperimentato sulla tua pelle. Adesso, però, piattaforme e media come i social, internet ma anche telegiornali e documentari stanno appositamente creando contenuti in grado di lasciare in noi queste emozioni di paura per avere effetti a lungo termine.
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Gli effetti dei film horror durano lungo: lo studio dell’Università del Michigan
In una prima parte della ricerca, gli studiosi hanno effettuato il follow up di uno studio condotto nel 1999, interrogando quei partecipanti che anni fa avevano visto film horror e avevano riferito di provare ancora paura e “ansia residua” anche dopo tanto tempo. Nonostante l’esposizione fosse avvenuta durante l’infanzia e l’adolescenza, le ripercussioni si sono mantenute ed osservate anche a distanza di anni, in età adulta.
Inoltre, un altro studio condotto insieme all’Università del Wisconsin ha riportato che le strategie di coping messe in atto a mo’ di difesa sono state diverse a seconda dell’età nella quale si è stati esposti al film horror:
- i più giovani utilizzavano strategie propriamente comportamentali (ad es. si coprivano gli occhi o si allontanavano dalla stanza)
- quelli con un’età superiore utilizzavano strategie cognitive (ad es. si auto-rassicuravano dicendosi che “è solo un film” o che “questo non potrebbe mai accadere nella vita reale.”)
- gli adolescenti e gli adulti erano più abili nell’utilizzare la logica e il ragionamento per far fronte alle loro risposte di spavento, mentre i bambini tendevano a evitare gli stimoli paurosi o cercare un contatto fisico rassicurante
La seconda parte della ricerca si è concentrata su aspetti quali la durata del sentimento negativo, i meccanismi di adattamento che erano stati messi in atto e le caratteristiche del contenuto che aveva spaventato.
La maggior parte ha riportato che gli stimoli terrificanti più comuni durante l’infanzia sono stati: il sangue, le iniezioni e le ferite. Per i bambini, “mostri soprannaturali”, come zombie e alieni, sono stati conservati in memoria per anni associati a un sentimento di paura. In termini di durata, il 39% ha riferito che gli effetti si sono prolungati per anni e hanno influenzato comportamenti e abitudini normali come dormire e mangiare; molti hanno riportato stati di ansia (58%) e paure di morte (18%). In adolescenti e adulti, le esperienze spaventose sono state accompagnate da nausea e aumento della frequenza cardiaca.
I film horror “quotidiani”
Anche i media cosiddetti nonfictional, quindi documentari e notizie, inseriscono tra le righe elementi che mirano a suscitare un sentimento di paura. La violenza in bella mostra su TV e giornali e le narrazioni relative ad esempio agli attacchi terroristici ha certamente contribuito ad un aumento della paura in adolescenti e adulti. I cambiamenti nella tecnologia legata all’intrattenimento digitale – lo streaming video di Netflix, per dirne una – e le notizie diffuse attraverso siti web, blog e forum, aumentano la probabilità che le persone siano esposte a stimoli più spaventosi.
E ora tutti a guardare The Walking Dead.