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Stress? Non fa sempre male. Stando a un nuovo studio pubblicato sulla rivista Social, Cognitive and Affective Neuroscience le persone stressate sarebbero più empatiche e più propense ad aiutare gli altri.
Lo stress può aumentare l’empatia e il comportamento prosociale, almeno secondo i risultati di un team di ricerca internazionale guidato da Claus Lamm dell’Università di Vienna. Nella ricerca sono stati studiati gli effetti dello stress sui meccanismi neurali e il rapporto tra empatia e comportamento prosociale. L’empatia, come sappiamo, ci permette di connetterci emotivamente e comprendere le emozioni degli altri. Ha forti legami con il comportamento prosociale (come l’altruismo o la cooperazione).
Combatti, scappa o sii altruista
Lo stress è un meccanismo psicobiologico che si rivela essenziale in molte situazioni della vita, permettendoci di gestire situazioni di pericolo. In precedenza è stato ipotizzato che sia responsabile della cosiddetta risposta di lotta o fuga.
L’ipotesi è stata messa in discussione da studi come questo che hanno rivelato che gli esseri umani sotto stress sarebbero più propensi a mettere in atto comportamenti prosociali.
L’esperimento (prima parte)
In un esperimento di risonanza magnetica funzionale (fMRI), 35 partecipanti (più 32 di controllo) sono stati esposti a stress acuto durante il tentativo di entrare in empatia con un’altra persona.
- Ai 35 del gruppo sperimentale è stato chiesto di risolvere, sotto pressione temporale, dei difficili calcoli aritmetici – per i quali hanno ricevuto sempre feedback negativi
- I 32 del gruppo di controllo dovevano risolvere gli stessi calcoli aritmetici ma senza limiti di tempo
- Nel frattempo, è stata misurata con fMRI l’attività cerebrale di entrambi i gruppi
I ricercatori si sono concentrati sui cambiamenti legati allo stress nella cosiddetta “rete neurale dell’empatia”. Questa include l’insula anteriore, la corteccia cingolata anteriore e la corteccia somatosensoriale. Gli effetti di questa induzione di stress sono stati misurati anche attraverso i livelli di cortisolo (ormone prodotto proprio in situazioni di stress).
Successivamente, ai partecipanti sono state mostrate immagini di procedure mediche dolorose (iniezioni, biopsie) VS immagini neutre. É stato loro chiesto di immaginare vividamente il dolore provato dal paziente. I partecipanti sapevano se il paziente in foto avesse ricevuto o meno l’anestesia prima dell’intervento. Queste informazioni hanno consentito di distinguere la reazione di avversione automatica dalla capacità empatica e di regolazione emotiva.
Misurare l’altruismo (seconda parte)
I ricercatori hanno utilizzato il “gioco del dittatore” per misurare il comportamento prosociale e l’altruismo dei partecipanti.
Consiste in un gioco cui partecipano due individui: un dittatore (che prende le decisioni) e un ricevente.
Lo sperimentatore affida al dittatore una somma di denaro che deve distribuire tra se stesso e il ricevente. Il dittatore può decidere se trasferire parte, nulla o tutto il denaro al ricevente. Quest’ultimo non ha alcun ruolo se non quello di prendere l’importo concesso dal dittatore.
E andiamo ai risultati
Prima parte
Nei partecipanti “stressati” la rete neurale dell’empatia si è attivata allo stesso modo sia quando questi venivano informati che i pazienti non sentivano dolore (grazie all’anestesia), sia davanti a procedure mediche che non implicavano l’anestesia (iniezioni). Sembra che, per qualche ragione, ignorassero le informazioni ricevute.
Seconda parte
Nel gioco del dittatore si è osservato che maggiore era stata la reazione del cervello al dolore altrui, maggiore era la somma di denaro che il dittatore stressato era disposto a condividere con il ricevente.
I nostri risultati supportano l’ipotesi che gli esseri umani mostrano più empatia e sono più inclini ad aiutare gli altri quando sono sotto stress, anche se la capacità di vedere le cose dal punto di vista dell’altro potrebbe alterarsi. In alcune circostanze, la risposta emotiva potrebbe tradursi in un aiuto inadeguato. Per esempio questo potrebbe accadere quando la propria prima impressione sullo stato mentale dell’altro non corrisponde alla sua emozione reale – ad es. qualcuno sta piangendo di gioia. Quindi, a seconda del contesto e della situazione, lo stress può essere benefico o dannoso in situazioni sociali. – Claus Lamm
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