HomeCulturaArte e MusicaNeuroscienze, musica e trauma: costruiamo ponti per terapie innovative

Neuroscienze, musica e trauma: costruiamo ponti per terapie innovative

ragazza con la chitarra

Secondo Allan Schore – neuropsicoanalista – la comprensione del funzionamento dell’emisfero destro costituisce un ponte di giunzione tra psichiatria, musica e trauma

Comprendere quali siano i fattori che hanno un impatto rilevante sullo sviluppo del cervello e delle sue funzioni potrebbe aiutare gli insegnanti a scoprire e sfruttare l’intero potenziale dei loro studenti. Secondo Inette Swart – North-West University (South Africa) – questo vale anche nel campo della musica: portare le conoscenze delle moderne neuroscienze nell’insegnamento della musica potrebbe essere vantaggioso soprattutto per quegli studenti che hanno vissuto esperienze traumatiche.

E’ questo il punto di partenza dell’interessantissimo articolo apparso di recente su Muziki: Journal of Music Research in Africa.

Ecco riassunti i punti chiave:

  • la ricerca ad oggi mostrerebbe che l’emisfero destro del cervello, porzione in cui risiedono il concetto di sé e l’identità, è la parte che contribuisce di più a dare il significato emozionale alla musica. Nella stessa metà risiederebbero, come impresse, le esperienze traumatiche precoci
  • la memoria per la musica viene acquisita in diversi circuiti cerebrali; alcuni di questi circuiti coinvolgono l’amigdala e l’ippocampo, strutture chiave nell’elaborazione dei ricordi paurosi
  • la musica potrebbe aiutare nel separare consapevolmente esperienze negative e paure dall’esperienza piacevole dell’esercizio e della performance musicale
  • per ridurre la probabilità che negli studenti che hanno vissuto traumi si instaurino ansie da palcoscenico, l’esposizione alla musica deve – nel cervello – essere associata ad una esperienza positiva
  • Inette Swart, autrice, sostiene che la musica abbia un grande potenziale nel fornire esperienze emotive e relazionali riparative. Sarebbe dunque il caso che questa disciplina – ed il suo insegnamento – venisse vissuta come responsabilità sociale condivisa

I maestri  dovrebbero prendere in considerazione il ruolo della musica nella vita di uno studente e utilizzare questo a loro vantaggio nella pianificazione della strategia didattica. Anche per gli studenti che hanno subito un trauma significativo, è particolarmente importante capire quale sia questo ruolo, cos’è che li motiva di più e in che modo i loro obiettivi e le ragioni che li spingono a studiare la musica differiscano dalle aspettative degli insegnanti.

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Scritto da

Donatella Ruggeri è una psicologa, divulgatrice e progettista digitale, con una passione per il funzionamento del sistema nervoso. Dopo aver approfondito gli studi in neuropsicologia e maturato esperienza sul campo, ha integrato le sue competenze nella ricerca e nella progettazione digitale. Fondatrice di Settimana del Cervello, offre coaching psicologico strategico orientato alla crescita personale, combinando conoscenze scientifiche e approcci innovativi per promuovere il benessere e il cambiamento.