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Già prima di compiere un anno i bambini sarebbero in grado di notare le differenze etniche
Come sappiamo da anni e anni di osservazione e studi, la percezione del volto per il bambino ha un’importantissima funzione sociale. Già piccolissimi, infatti, i bambini sono dotati della capacità di individuare quelle caratteristiche invarianti del volto rappresentate, ad esempio, dall’ovale del contorno e dalla disposizione a T degli occhi e del naso. I neonati sono in grado di percepire uguaglianza o diversità di due volti, dunque di riconoscerli, e adesso sappiamo anche che, a quanto pare, notano le differenze etniche.

Obiettivo dello studio è stato quello di capire se l’attenzione di bambini ispanici e bianchi variava quando gli venivano mostrati volti di persone appartenenti ad altre etnie.
Lo studio
La ricerca ha coinvolto quaranta bambini ispanici e trentasette neonati bianchi non-ispanici – tutti di 11 mesi. I ricercatori hanno mostrato loro i volti di 18 giovani donne, due alla volta, uno accanto all’altro. Ogni coppia di facce rimaneva sul monitor per quattro secondi.
Sono stati registrati i movimenti oculari dei bambini in modo da avere una misura di ciò che i bambini stavano guardando e del tempo passato ad osservare le singole aree del volto.
Da un punto di vista metodologico, i ricercatori si sono assicurati che eventuali differenze non dipendessero
- dalla posizione dei volti sullo schermo
- dalla tonalità del volto
- dalla una maggiore attrattività
Risultati
I bambini hanno mostrato un comportamento così coerente da fare ipotizzare che abbiano un certo grado di consapevolezza delle differenze etniche – Scott Johnson, professore della UCLA
Le differenze osservate nello studio non sono grandi, ma comunque risultano statisticamente significative.

Il pregiudizio nasce dalla necessità di semplificare la complessità della realtà esterna all’individuo.
Johnson e colleghi incoraggiano altri ricercatori a continuare ad esplorare queste tendenze anche con bambini afro-americani e asiatici – che non sono stati presi in esame in questo studio.
Concludendo
Chiaramente, non basta questo studio per affermare che i bambini di undici mesi posseggano già dei pregiudizi, o che questi risultati ne indichino le origini, perché non abbiamo sufficienti dati. L’attenzione che i bambini dedicano alle facce della loro o di altre etnie, purtroppo, ad oggi è stata in effetti poco indagata. Gli studi che hanno analizzato l’origine e lo sviluppo dei pregiudizi e della cognizione sociale hanno riguardato per lo più la popolazione adulta, quindi siamo davvero agli inizi del lungo – di solito – cammino della conoscenza.
Certo è che il volto umano rappresenta uno stimolo particolare – per il quale esiste una preferenza innata. Probabilmente, quest’ultima è stata selezionata durante l’evoluzione per favorire il legame e la sopravvivenza.
Speriamo che gli accademici recepiscano l’appello e continuino su questa strada, così da darci maggiori strumenti per comprendere come e quando si forma in noi il pregiudizio.
La ricerca sarà pubblicata a febbraio su Cognition ma è già disponibile online.