Emozioni e cognizione sono parte integrante della nostra esistenza. Influenzano decisioni, relazioni e il benessere generale.
Comprendere le emozioni non è solo importante per la psicologia e le neuroscienze, ma ha anche applicazioni pratiche in ambiti come la salute mentale, l’educazione e il miglioramento delle prestazioni umane.
Recentemente, nuove scoperte nel campo delle neuroscienze hanno offerto una visione rivoluzionaria delle emozioni, sfidando le teorie tradizionali e aprendo la strada a una comprensione più approfondita di come il nostro cervello elabora le esperienze emotive. La teoria di LeDoux e Richard Brown, in particolare, ci spinge a riconsiderare ciò che sappiamo sulle emozioni e sulla coscienza, offrendo nuove prospettive e potenziali applicazioni nella nostra vita quotidiana.
Indice
Storia delle teorie delle emozioni
Per secoli, filosofi, psicologi e neuroscienziati hanno cercato di comprendere l’origine e il funzionamento delle emozioni. Una delle prime teorie fu proposta dal filosofo e psicologo William James alla fine del XIX secolo, nota come la teoria periferica delle emozioni. Secondo James, le emozioni sono il risultato di cambiamenti fisiologici nel corpo: ad esempio, ci sentiamo spaventati perché il nostro corpo reagisce a una minaccia con una risposta fisica (battito cardiaco accelerato, sudorazione, ecc.).
Negli anni ’60, i ricercatori Stanley Schachter e Jerome Singer introdussero la teoria bifattoriale delle emozioni, suggerendo che le emozioni sono il risultato di due componenti: l’arousal fisiologico e l’interpretazione cognitiva di tale arousal.
Questa teoria mise in evidenza l’importanza della cognizione nel determinare quale emozione viene esperita.
Una svolta significativa arrivò con i lavori di Paul Ekman, che negli anni ’70 identificò sei emozioni universali (felicità, tristezza, paura, disgusto, rabbia e sorpresa) basate su espressioni facciali riconosciute universalmente, suggerendo che alcune emozioni sono innate e non dipendono dall’esperienza culturale.
La teoria di LeDoux su emozioni e cognizione
Nel corso degli ultimi decenni, Joseph LeDoux ha approfondito la comprensione delle emozioni attraverso la sua ricerca sulla neurobiologia della paura. Nel suo libro “Il cervello emotivo”, LeDoux ha esplorato come l’amigdala, una piccola struttura a forma di mandorla nel cervello, gioca un ruolo cruciale nelle risposte emotive, particolarmente quelle legate alla paura.
LeDoux e Richard Brown, nel loro articolo “Teoria dell’ordine superiore della coscienza emotiva” pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, propongono una nuova teoria.
Essi sostengono che le emozioni siano stati cognitivi derivanti dall’esperienza e non siano intrinsecamente programmate nei circuiti del cervello. Secondo questa teoria, le esperienze coscienti, comprese quelle emotive, sono elaborate dallo stesso circuito generale delle cognizione (GNC), indipendentemente dal contenuto.
I meccanismi cerebrali che danno luogo a sensazioni emotive coscienti non sarebbero quindi diversi da quelli che danno origine a esperienze percettive coscienti. Questa teoria suggerisce che la consapevolezza delle emozioni richiede un’elaborazione cognitiva complessa, piuttosto che essere semplicemente una risposta automatica a stimoli esterni.
Studi successivi e reazioni della comunità scientifica
Dopo la pubblicazione della teoria di LeDoux e Brown, la comunità scientifica ha reagito con grande interesse. Alcuni studi successivi hanno supportato questa visione, indicando che l’elaborazione cognitiva gioca un ruolo cruciale nell’esperienza delle emozioni. Ad esempio, ricerche condotte da neuroscienziati come Lisa Feldman Barrett hanno evidenziato come le emozioni siano costruite attraverso l’integrazione di sensazioni corporee e processi cognitivi, piuttosto che essere reazioni innate e automatiche.
Tuttavia, la teoria di LeDoux e Brown non è priva di critiche. Alcuni ricercatori sostengono che, sebbene l’elaborazione cognitiva sia importante, esistono comunque componenti emotive innate che non possono essere completamente spiegate attraverso la cognizione. La discussione continua, con nuove ricerche che cercano di integrare queste diverse prospettive.
Perché è importante la teoria di LeDoux?
Tradizionalmente, le neuroscienze hanno sostenuto che le emozioni siano programmate nei circuiti sottocorticali del cervello, ovvero siano innate e separate dai processi cognitivi. Questa visione ha dominato la letteratura neuroscientifica, trattando le emozioni come distinte rispetto agli altri domini cognitivi. Nonostante le emozioni abbiano un impatto profondo su ogni aspetto della nostra vita, fino ad ora c’è stata poca integrazione tra le teorie della coscienza e le teorie delle emozioni.
Immaginiamo di vedere un serpente: secondo la teoria storica, di fronte a uno stimolo che rappresenta un pericolo, la corteccia visiva invia un segnale all’amigdala, una struttura sottocorticale nota come il centro della paura. Da qui nasce l’emozione della paura, che innesca una risposta di difesa caratterizzata da un’attivazione fisiologica e comportamentale straordinaria.
Oggi, secondo LeDoux e Brown, la visione del serpente attiverebbe l’amigdala, che innescherebbe la risposta di difesa fisiologica e comportamentale. Tuttavia, la coscienza della paura (“Oh, che paura!”) richiederebbe un’ulteriore elaborazione cognitiva. La nuova teoria propone che lo stimolo (il serpente) sia elaborato in parallelo dai circuiti corticali e sottocorticali.
I circuiti corticali coinvolgerebbero:
- La corteccia visiva
- I sistemi di memoria del lobo temporale
- I circuiti cognitivi del GNC (Generalized Neural Circuit), impegnati nel processo di rappresentazione dello stimolo e dell’esperienza
Parallelamente, verrebbe coinvolta anche l’amigdala. La visione del serpente invierebbe informazioni alla corteccia visiva, dove si creerebbe la rappresentazione del serpente. Per produrre l’esperienza cosciente delle emozioni, queste informazioni verrebbero poi inviate al GNC e successivamente integrate nella memoria semantica. Il risultato cognitivo è il “significato dell’esperienza”: il serpente può essere pericoloso. Solo al termine di questo complesso processo si manifesterebbe l’emozione cosciente della paura.
Gli autori si sono concentrati sulla paura per formulare questa teoria, ma sostengono che i principi di base potrebbero essere utilizzati per comprendere anche altre emozioni. Questa nuova teoria apre la strada a una maggiore integrazione tra le teorie della coscienza e le teorie delle emozioni, offrendo una comprensione più completa di come il cervello elabora le esperienze emotive.
Libri sulle emozioni per approfondire
Come sono fatte le emozioni è un testo divulgativo che affronta le domande più importanti sulle emozioni, esplorando perché appaiono automatiche e incontrollabili, il loro rapporto con il pensiero razionale e l’influenza sulle malattie. Il libro rivela le ultime ricerche e applicazioni pratiche della scienza delle emozioni, guidata dalla psicologa e neuroscienziata Lisa Feldman Barrett.
Giù la maschera è un’opera del celebre psicologo Paul Ekman, noto per le sue pionieristiche ricerche sulle espressioni facciali e le emozioni. Questo libro guida il lettore attraverso l’affascinante mondo delle microespressioni, piccoli e rapidi movimenti del viso che rivelano le emozioni autentiche di una persona, spesso nascoste sotto una “maschera” di espressioni socialmente accettabili o intenzionalmente manipolate.
Film e serie tv sulle emozioni da vedere
Inside Out (1 e 2) è un capolavoro d’animazione che ci porta in un viaggio emozionante e visivamente affascinante all’interno della mente di una ragazzina di undici anni, Riley. Quando Riley e la sua famiglia si trasferiscono in una nuova città, le sue emozioni – Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto – devono affrontare la sfida di aiutarla ad adattarsi ai cambiamenti. La storia è raccontata dal punto di vista delle emozioni, ognuna con la sua personalità unica, che vivono e lavorano nel “Quartier Generale” dentro la mente di Riley. Inside Out non solo intrattiene con umorismo e avventura, ma offre anche una profonda riflessione su come le nostre emozioni lavorano insieme per influenzare le nostre decisioni e il nostro benessere. È un film che tocca il cuore di adulti e bambini, rendendolo una visione imperdibile per chiunque voglia comprendere meglio le dinamiche emotive che ci governano.
Mindhunter è una serie TV avvincente che esplora le profondità della mente criminale, basata sulle esperienze reali di John E. Douglas, uno dei primi profiler dell’FBI. Ambientata alla fine degli anni ’70, la serie segue gli agenti speciali Holden Ford e Bill Tench, insieme alla psicologa Wendy Carr, mentre sviluppano tecniche di profiling per comprendere e catturare i serial killer. La serie non solo mette in luce l’evoluzione della psicologia criminale, ma ci porta anche a confrontarci con le emozioni più oscure e complesse degli esseri umani.
Entrambi questi titoli, seppur molto diversi nel loro approccio e genere, offrono un’esplorazione affascinante delle emozioni umane, rendendoli imperdibili per chiunque sia interessato a comprendere meglio le complessità della mente e del cuore.
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